La fisioterapia in medicina palliativa non è mirata al recupero di una funzione lesa, ma consiste in una serie di tecniche che variano a seconda delle esigenze del paziente e che hanno come obiettivi:

  • l’accettazione del cambiamento del proprio corpo,
  • il rallentamento della degenerazione della funzionalità;
  • il mantenimento o, dove possibile, il leggero miglioramento delle qualità di vita residue.

È fondamentale per il fisioterapista instaurare un rapporto di fiducia con l’assistito poiché entra in contatto con  un corpo malato che, a volte, il paziente fatica ad accettare; un compito importante è quindi la valorizzazione dell’autostima in quanto, anche in un paziente gravemente compromesso, deve esserci la percezione di sentirsi ancora una persona in tutta la sua completa dignità.

La fisioterapia deve quindi essere caratterizzata dalla flessibilità, deve sapersi modificare, pur mantenendo delle caratteristiche specifiche, di momento in momento.

In particolar modo il trattamento riabilitativo deve prevenire le complicanze legate all’ immobilità, favorendo la mobilizzazione del paziente e il mantenimento delle capacità motorie. Dove possibile è importate riuscire ad aiutare il paziente a mantenere l’autonomia nelle normali attività quotidiane (la deambulazione, il lavarsi, l’alimentarsi) e la partecipazione alla vita familiare.